I nostri drinksetters

Il futuro va raccontato: i drinksetters sono la voce delle nostre storie

Conosci i narratori
di meraviglie

Qualsiasi storia deve buona parte del suo fascino alla voce che la racconta e Anthology ha degli straordinari narratori, i drinksetters. Loro sono esperti, specialisti, bar-tender: conoscono i distillati e la loro cultura, saper miscelare per loro è un dono, sanno sperimentare, sono tecnici e artisti, sono agenti segreti del gusto, sono cercatori di meraviglie. Affiancano la rete di vendita, danno la parola alle suggestioni, valorizzano un brand, fanno circolare nuovi miti, li creano, li raccontano. Hanno il massimo rispetto dei numeri.

Albi

Alberto

Masterdrink

Alberto

Segno zodiacale: Capricorno

Cocktail preferito: Negroni

Segni particolari: È generoso e divertente, ti strappa sempre una risata; ha la vocazione del palcoscenico ed è eccentrico quanto basta per essere sbadato quando si tratta di tecnologia. È un po’ egocentrico ma non se si parla di cocktail e di spirits: ne sa una più del diavolo e la racconta a tutti.
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Riccardo

Botanical Obsessed

Riccardo

Segno zodiacale: Sagittario

Cocktail preferito: Tommy's Mezcal Margarita

Segni particolari: È un drinksetter di ‘movimento’, di corsa per Milano e a passo felpato nella mondanità cittadina. È così timido da diventare un virtuoso della chiacchiera. Forte passione per l'agave e per la divulgazione del suo verbo.
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Alessia

Spirit’s Defender

Alessia

Segno zodiacale: Capricorno

Cocktail preferito: Paloma Mezcal

Segni particolari: Alessia è determinata, acuminata, illuminante e illuminata, anzi infuocata: è un vulcano sempre in attività, quando parla è meglio non interromperla. Sarebbe inutile, comincerà ad ascoltare solo quando avrà finito di parlare.
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Roberta

Capitoline Mixologist

Roberta

Segno zodiacale: Gemelli

Cocktail preferito: Piña Colada

Segni particolari: Un accento romano può ancora far sorridere? Al suo è impossibile resistere. Alla prima sillaba tutto è Roma, nel cuore e nell’anima. Il suo incubo ricorrente è il traffico romano, ma nemmeno quello potrebbe tenerla lontana dalla sua città. È vero amore.
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Christian

Brand Evangelist

Christian

Segno zodiacale: Toro

Cocktail preferito: Hanky Panky

Segni particolari: Abbina ai suoi impegni quotidiani quello di maestro zen, il nostro maestro zen. Non si arrabbia mai, lui è oltre. Se vi capita di vederlo arrabbiato è perché sta imitando qualcuno. E nemmeno quello gli riesce benissimo.
Progetto senza titolo

Noemi

Mixology Outlaw

Noemi

Segno zodiacale: Cancro

Cocktail preferito: Old fashioned

Segni particolari: Racconta la sua vita e quel che ci succede dentro con una foga tale che tutto si perde in un groviglio inestricabile, ma le sue passioni e i suoi talenti sono chiarissimi.

Siamo guidati
dalla meraviglia

Anthology è un catalogo che nasce dalla storia, dalla forza e dalla visione di Mavolo Beverages.
Selezioniamo, importiamo e distribuiamo in esclusiva liquori, distillati e bevande di tutto il mondo, usando come unici criteri di scelta la qualità eccezionale, la forza comunicativa dei prodotti e la loro capacità di stupirci.

Vuoi unirti
alla squadra?

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Parliamo di

Champagne

Cose che non abbiamo ancora fatto con lo champagne:

berlo in una scarpetta tacco dodici, stappare la bottiglia con una spada da ussaro, sprecarlo sul podio di una qualsiasi gara motoristica, riempirci la vasca da bagno, chiamarlo spumante, cucinarci il brasato, dimenticarlo a casa di qualcuno, dimenticarlo in taxi, dimenticarlo.

Lo champagne è un’ottima cura per la memoria, non c’è coppa che non si riempia subito di ricordi, anche di ricordi che non avete mai avuto ma vi sarebbe piaciuto avere. Napoleone e Čechov non bevevano, se non un poco di champagne. Il primo per ricordarsi delle vittorie ancora da ottenere, il secondo per ricordarsi delle parole ancora mai scritte.

Parliamo di

Vini e Vermouth

È il 1968 e lo scrittore Mario Soldati parte per un suo ‘viaggio in Italia’ incontro a vigneti e cantine, alla ricerca della verità del vino.

Ne uscirà un bel libro

Quel mondo è oggi cancellato ma di quel libro resta viva l’idea del vino come poesia che si gusta meglio, e si capisce davvero, soltanto quando si studia la vita, le altre opere, il carattere del poeta, quando si entra in confidenza con l’ambiente dove è nato, con la sua educazione, con il suo mondo.

È una frase molto citata, ma a volte non serve essere originali.

Per completarla si può dire che il vino non è che il verso di un poema più ampio che comprende terre, culture, popoli e persino poeti di molte parti del mondo.

Cercare la verità del vino – che abbia la dolcezza seduttiva di quelli liquorosi o la fresca giovinezza dei bianchi marini, il saldo carattere dei rossi pensosi o l’aromatica complessità dei vermouth – per offrirne la bellezza (con moderazione) ci sembra un compito meraviglioso.

Parliamo di

Mixology

Philip Marlowe è un investigatore tutt’altro che sentimentale, e quando sorride sembra un lupo. Almeno quando a interpretarlo è Humphrey Bogart. Le sue sono storie nere. Ma beve volentieri il ‘succhiello’ (Gimlet, per chi detesta i gialli), un cocktail fortificato dal gin e benedetto dalle note solari di cedro e lime. Questa è la nostra idea di mixability. Uno sciroppo non è uno sciroppo, ma è parte del tutto come avrebbe detto un maestro zen e il Paese delle Meraviglie

— quello dove la verbena, il bergamotto o il gelsomino, il lampone o la menta sono sapori liquidi —

per essere apprezzato dev’essere mescolato, inventato, dimenticato e inventato di nuovo. Questa era anche l’idea di Alice, una bar tender coi fiocchi.

Parliamo di

Amari e Liquori

Abbinare colori, abbinare amori, abbinare aromi, abbinare profumi, abbinare emozioni, abbinare eccezioni, abbinare temperature, abbinare temperamenti, abbinare impressioni, abbinare memorie, abbinare convenzioni, abbinare trasgressioni.

Sublimare e mescolare.

Certi liquori sono come il diario di un naturalista che si aggira la mattina nel suo orto botanico e spia la maturazione delle essenze, l’intensità delle fragranze, l’empatia degli effluvi. Sa che niente di quello che vede e apprezza domani sarà uguale e si sforza di fissare sul foglio il momento perfetto in cui un fiore e un arbusto sembrano fondersi in una sintesi toccante e per sempre nuova.

Parliamo di

Rum

Rum rhum ron ron!

Sono le fusa di un gatto disteso sul cassero di teak del San Antonio, l’ultimo galeone di Capitan Kidd in rotta per Barbados. Se ne sta ben attento che l’ombra delle colubrine non gli tolgano il sole, ma provateci voi a dormire tranquilli mentre fioccano i proiettili, il mare si gonfia come un’acciuga che fa il pallone e i pirati urlano come diavoli.

Ci vorrebbe un buon sorso di rum che sappia di vaniglia e caramello o di biscotti al burro e frutta tropicale o spezie e legno dolce.

Basta aprire gli occhi e seguirci nelle nostre esplorazioni tra le isole e i secoli, a bordo di un’amaca.

Su, non fate i gatti.

Parliamo di

Agave

Come in ogni mitologia la storia di tequila e mezcal inizia da una dea, Mayahuel, generosa e materna.

È lei a manifestarsi nelle forme dell’agave dalla polpa ricca d’acqua, che nel deserto diventa una manna biblica per gli assetati. I sacerdoti la facevano fermentare e la bevevano per parlare con gli dei più loquaci. Quando Hernán Cortés entrò in Messico nel 1519 e si accorse che il brandy portato dalla Spagna era finito, grazie ai suoi alambicchi trovò nell’agave una fonte abbondante per ritrovare il suo spirito.

Quattro secoli dopo e dopo anni di scorribande rivoluzionarie, nel 1914 a Città del Messico s’incontrarono Emiliano Zapata e Pancho Villa. Zapata veniva da sud, terra di mezcal, e Villa da nord, terra di tequila. Ma neppure Mayahuel riuscì a metterli d’accordo.

A noi restano una storia, la nostalgia della revolución e i magnifici doni dell’agave.

Parliamo di

Gin

Il gin ha nel nome l’anima balsamica di una pianta officinale, il ginepro, e l’ombra alchemica di un jinn della tribù persiana dei folletti, naturali amici dell’uomo.

Per questo in ogni bottiglia sta al sicuro un vero ‘genio’, impaziente di tornare libero. Bevanda terapeutica nelle mani di Dioscoride, medico di Nerone, o dei dottori della Scuola salernitana, conforto di monaci ortolani e distillatori, lenimento alle epidemie medievali, coraggio dei cavalieri olandesi nella guerra dei trent’anni, il gin si è avventurato presto nel mondo, e noi nel mondo abbiamo inseguito le sue interpretazioni più segrete e meraviglianti.

Consolazione per lo ‘spirito’ dei marinai è la risorsa elettiva per i cocktail, tra tutti l’Hemingway Martini che del vermouth vuole solo uno sguardo. La proporzione di 15 parti (di gin) a 1 fu ispirata dal generale Montgomery cui piaceva bere bene e vincere facile (era quello per lui il giusto rapporto tra amici e nemici in battaglia).

Parliamo di

Spirits

Gli spiriti eletti non è detto che stiano sempre seduti su una nuvola. Qualche volta è più ragionevole cercarli in certe preziose bottiglie dalle forme seducenti, a volte austere a volte esotiche.
Essere attenti investigatori dell’arte
distillatoria piuttosto che di quella oratoria,

non significa solo conoscere meglio Zosimo di Panopoli (leggendario inventore del primo alambicco) che Cicerone (sicuro autore di 58 orazioni), ma imparare un paesaggio dal colore del saké, riconoscere una musica nell’intensità della vodka o vedere i profumi di un secolo nelle sfumature dell’armagnac

Il silenzio favorisce la degustazione,

questa favorisce la parola, che favorisce la comprensione.

Parliamo di

Whisky

Non tutti gli ‘spiriti’, anche quelli che si comportano meglio, hanno un santo in paradiso, ma il whisky ce l’ha ed è San Patrizio, irlandese con origini scozzesi.

 A distillare avrebbe imparato dagli arabi che però si erano fatti una cultura con gli alchimisti egizi e dunque a poco serve sventolar bandiere e primogeniture. Così, facendo rotta a oriente si possono scoprire ‘acque di vita’ sensazionali in Giappone dove fantastichiamo che la fioritura dei ciliegi in aprile sia un omaggio annuale a Torii Shingiro che proprio nell’aprile del 1929 commercializzò la prima bottiglia di whisky da lui prodotta.

E poi seguendo la ghirlanda brillante dei tesori liquidi si può fare tappa in Messico, in Tennessee o in Sudafrica e Argentina.

Con buona pace di San Patrizio.

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